CATTEDRALE DI SAN MICHELE ARCANGELO
Cenni storici
Per
agevolare il vescovo Bonocore
e
la comunità dei fedeli nella ricostruzione della cattedrale, sarebbe
intervenuto Roberto d’Angiò, re di Napoli, che concesse all’ Università
di
Bitetto la facoltà di imporre alcuni dazi.
I lavori della cattedrale furono affidati al magister “Lillo da Barletta”.
Del
vescovo resta memoria sia nello stemma posto sulla chiave dell’arco del
portale
principale sia sulla “Porta del Rovescio”. Ulteriori lavori di restauro
furono
eseguiti nel corso del XVI. Nella prima metà del ‘500 furono
erette
alcune cappelle sulle navate laterali della chiesa, tra cui
la cappella
di Sant’Anna e quella del SS. Sacramento.
Una nuova e radicale fase di trasformazione risale al 1735, ad opera
del
vescovo Francesco Franco.
Fu demolita l’abside centrale per costruire un vasto
presbiterio con un nuovo coro coperto da una grande cupola impostata su
quattro
arconi. L’interno fu ricoperto di stucchi e vennero realizzate finte
volte.
Furono anche abbattute le cappelle del SS. Sacramento,
della Mater Gratiae,
di
S. Caritone, di S.
Nicola e due botteghe vicine al cimitero; al loro posto fu
costruito il Cappellone
del SS. Sacramento, provvisto di un’ampia sacrestia, di
un oratorio e di un sotterraneo detto comunemente ‘’Terra Santa’’.
Nel 1743 fu edificato ex novo il Cappellone
del Purgatorio, a pianta ellittica
e con copertura a cupola. Nel 1760 fu realizzato l’altare maggiore, per
volere
del vescovo Marculli e consacrato il 14 giugno 1760; successivamente fu
riconsacrato
dall’arcivescovo di Bari nel 1851.
Nel 1764 fu eretto il campanile, posto ad ovest e addossato a sinistra
della
facciata principale.
La diocesi di Bitetto restò vacante dal 1798, anno della morte
dell’ultimo
vescovo Giacinto Maria Barberio, fino al 1818 quando fu inserita
nell’Arcidiocesi di Bari.
Gli ultimi restauri, risalenti al 1959, furono condotti dalla
Soprintendenza ai
Monumenti con l’intento di riportare alla luce la primitiva struttura
romanica
della cattedrale.
L’edificio
romanico
La pianta dell’edificio è a tre navate formate da due file di tre archi a tutto sesto, con cornice aggettante, impostati su sei semicolonne addossate a pilastri. Le semicolonne poggiano su un plinto sormontato da un toro, mentre il capitello è stato ricostruito durante il restauro del 1959. Il matroneo, ricostruito, è composto da tre trifore. Ogni trifora è costituita da due colonne sulle quali si impostano tre archetti a tutto sesto con cornice aggettante. Al di sopra del finto matroneo si aprono tre monofore strombate verso l’esterno.
Il transetto, rialzato rispetto alle navate, non sporge
lateralmente ma è allineato con i muri perimetrali. Il presbiterio è
stato costruito nel 1744. La parete nord del transetto presenta a
sinistra un arco a sesto acuto poggiante su due mensole, tompagnato, su
cui si apre la porta che dà accesso alla sacrestia.
Sul lato destro della parete, invece, vi sono le tracce di
un arco a tutto sesto, nel quale si apre la Porta di S. Giovanni o
del
Rovescio,
sovrastato da un altro arco a sesto acuto, sulla cui chiave
di volta vi è uno stemma. Tra i due finti archi è collocata la lastra
tombale attribuita dagli storici a
Domenico de Raho. In alto vi sono
due bifore con archi a tutto sesto poggianti su colonnine con capitello
composito. Al di sopra si apre un piccolo rosone formato da quattro
archetti minori.
La parete sud del transetto presenta tracce di un arco a
sesto acuto poggiante su due mensole, tompagnato. Successivamente fu
aperta la porta di accesso al cortile dell’Episcopio. Sul muro
compaiono tracce di affresco, conservate maggiormente sul piedritto
interno dell’arco, che riportano l’immagine di un santo vestito di una
lunga tunica rossa, cinta in vita e bordata in oro.
Nell’ampio coro è collocato il prezioso altare maggiore in
marmi policromi intarsiati realizzato, nel 1760, dal marmista Crescenzo
Trinchese di Napoli su committenza del vescovo Angelo
Maria Marculli.
Al centro dell’altare vi è la grande tela dipinta dal pittore Carlo
Rosa e raffigurante la Vergine
Assunta e l’Arcangelo
Michele.
La
navata centrale è divisa dal transetto da un’iconostasi a
tre arcate, ricostruita arbitrariamente durante i restauri fra il 1955
e il
1959. Al di sopra della trabeazione, si eleva l’arco a tutto sesto
impostato su
due semicolonne addossate ai muri laterali con capitelli lavorati.
Le navate laterali sono articolate in tre campate.
Nella navata sinistra, in corrispondenza della campata centrale, un
arco a
tutto sesto consente l’accesso alla cappella del Purgatorio (1743),
mentre
nella navata destra si apre l’accesso alla cappella del SS. Sacramento
(1742).
Sulla parete di destra, tracce di archi murati attestano gli accessi a
cappelle
precedenti abbattute nel 1742.
La copertura della navata centrale è a capanna con capriate in legno,
mentre le
navate laterali hanno il tetto spiovente.
La facciata
La facciata principale della cattedrale di San Michele
Arcangelo è suddivisa secondo lo schema delle tre navate. L’andamento
del tetto
è sottolineato da archetti rampanti che terminano con una cornice
dentellata.
La zona centrale, che in planimetria corrisponde alla navata centrale,
è
scandita verticalmente da due paraste mentre orizzontalmente è
bipartita da una
cornice marcapiano. Nella parte superiore è inserito il rosone
a doppia
raggiera, inquadrato da due colonnine poggianti su mensole modanate e
coronate
da capitelli con motivi vegetali su cui si imposta un arco a tutto
sesto
decorato. Al di sopra della ghiera campeggia un’aquila ad ali spiegate.
Al di sotto del rosone si
aprono tre bifore, una per navata, inquadrate da un arco a tutto sesto.
La
bifora centrale differisce da quelle laterali solo per le dimensioni
più ampie.
L’accesso all’edificio è
costituito da tre portali, due laterali minori ed uno centrale
riccamente
decorato. I portali laterali sono sormontati da una lunetta all’interno
della
quale sono inserite due figure maschili in pietra rappresentanti
probabilmente
due Evangelisti. Al di sopra delle arcate vi è un angelo sulla
sinistra, ed
un’aquila sulla destra.
Monumentale ed importante
è il portale principale, in pietra calcarea, uno
dei più interessanti
esempi di portali figurati dell’arte medievale in Puglia. Si sviluppa
su tre
piani consecutivi degradanti, riccamente decorati. Il primo piano
consta di un
arco acuto fortemente aggettante arricchito da motivi di boccioli e
foglie
d’acanto impostato su colonnine con capitelli traforati. Le colonnine
sono
sorrette da due leoni stilofori poggianti su alti piedistalli.
Il secondo
piano contiene un arco a
sesto acuto decorato con motivo a larghe foglie, impostato su pulvini
traforati
a giorno con intrecci di uccelli affrontati, foglie e gufi ad ali
spiegate. I
piedritti sono decorati esternamente in basso con motivi floreali, in
alto con
formelle ad alto rilievo con episodi del Nuovo Testamento. I soggetti
rappresentati a sinistra sono: l’Annunciazione,
la Natività,
l’Epifania
e la
Strage degli Innocenti;
a destra, partendo dall’alto, la Presentazione
di Gesù
al tempio, la Fuga
in Egitto, la disputa
coi Dottori, il Battesimo
del
Giordano, le
Nozze di Cana.
Il terzo piano si compone
di un arco a sesto acuto, decorato a rosette, che incornicia la
lunetta:
questa, divisa in due registri, presenta in quello superiore la Vergine
in
trono tra due angeli, in quello inferiore Gesù tra gli Apostoli.
Un’iscrizione
con l’anno di costruzione ed il nome dell’architetto Lillo da
Barletta è
leggibile sull’architrave.
Il Cappellone del Sacro Monte del Purgatorio
Il cappellone del
Purgatorio della Cattedrale di San Michele Arcangelo, insieme
all’adiacente
campanile, con la sua maestosità rappresenta l’immagine-simbolo della
cittadina
di Bitetto.
La cappella fu eretta
nella seconda metà del ‘700 per volere di una delle più importanti
confraternite della città, in corrispondenza dello spazio ottenuto
dalla
demolizione della cappella di S. Anna risalente al 1534.
Il cappellone,
esternamente, si presenta come una costruzione in pietra ad andamento
circolare
addossata sul lato sinistro della cattedrale e che ingloba il basamento
del
campanile. La copertura è formata da una cupola a base ellissoidale
impostata
su un alto tamburo finestrato, rivestita da maioliche a squame di
colore verde
e giallo che disegnano motivi geometrici e cerchi concentrici. La
lanterna
rosa, che presenta quattro finestre rettangolari strombate, è chiusa da
copertura a bulbo che culmina con una croce in ferro.
All’interno della
cattedrale si giunge nel cappellone attraverso un arco a tutto sesto
che si
apre nella navata sinistra. La sua pianta ovale è caratterizzata da tre
nicchioni d’altare sovrastati da profondi arconi voltati a botte,
alternati a
quattro piccole nicchie sovrastanti altrettante porte di accesso, nelle
quali
sono poste le statue in cartapesta degli Evangelisti.
L’altare maggiore, in
posizione centrale, è dedicato alla Madonna delle Anime del
Purgatorio,
quello a sinistra dedicato alla Madonna del
Soccorso, con il
dipinto della Madonna tra i Santi Filippo Neri e
Francesco di Sales,
mentre quello a destra è sormontato dalla statua della Madonna
Addolorata.
Le pareti che delimitano il
vano ovale
sono scandite da paraste scanalate sulle quali poggia una trabeazione
su cui si
imposta il tamburo finestrato, anch’esso decorato da paraste e pannelli
rettangolari stuccati. La cupola all’interno è cassettonata e culmina
con la
lanterna che presenta nell’intradosso una colomba.
Cappellone del SS.
Sacramento
A destra della navata
centrale è situata la cappella edificata nel 1744 dedicata alla
confraternita
del SS. Sacramento. La facciata della cappella, a ridosso della
facciata
principale della cattedrale, si presenta come un’ampia
porzione di muratura
in pietra calcarea con un’apertura superiore in stile barocco. In alto,
emerge
il tamburo della cupola, intervallato da otto finestre strombate ed
otto
lesene, su cui si imposta la cupola divisa in spicchi da otto
costoloni. In
sommità, il lanternino con cupolino a cipolla è anch’esso finestrato e
decorato
da timpani.
L’interno della cappella
ha pianta a croce greca. Il braccio in corrispondenza dell’ingresso è
più corto
e funge da vestibolo, mentre gli altri tre, coperti da volta a botte
lunettata,
accolgono gli altari della Madonna delle Grazie,
del SS. Sacramento
(al centro) e di San Nicola.
Sul vano centrale, a base
quadrata, su un cornicione aggettante, si sviluppa il tamburo e la
cupola, che
presenta un apparato decorativo di stucchi molto raffinato.
L’altare maggiore,
introdotto da una ricca balaustra marmorea, si erge su tre gradini, ha
mensa
aggettante delimitata da volute a cartoccio disposte a sbieco ed è
realizzato
con marmi policromi. L’alzata è costituita da gruppi di lesene e volute
che si
concludono con un timpano curvilineo; al centro è collocato il dipinto
raffigurante la Comunione degli Apostoli attribuito
a Paolino Curci di
Acquaviva
La cappella del SS.
Sacramento ha subito alcuni interventi di restauro tra il 1850 e il
1860.