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CATTEDRALE DI SAN MICHELE ARCANGELO


Cenni storici


La Cattedrale di Bitetto, dedicata a San Michele Arcangelo, sorse nel 1335 per volontà del vescovo Giacomo II Bonocore, nella parte meridionale del borgo medievale, accanto alla chiesa benedettina di S. Scolastica. Molto probabilmente, più che di un’edificazione ex novo si trattò della ristrutturazione di un preesistente edificio di culto dell’XI secolo danneggiato durante la distruzione della città nel 1156 ad opera di Guglielmo I il Malo.

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Per agevolare il vescovo Bonocore e la comunità dei fedeli nella ricostruzione della cattedrale, sarebbe intervenuto Roberto d’Angiò, re di Napoli, che concesse all’ Università di Bitetto la facoltà di imporre alcuni dazi.
I lavori della cattedrale furono affidati al magister “Lillo da Barletta”. Del vescovo resta memoria sia nello stemma posto sulla chiave dell’arco del portale principale sia sulla “Porta del Rovescio”. Ulteriori lavori di restauro furono eseguiti nel corso del XVI. Nella prima metà del ‘500 furono  erette alcune cappelle sulle navate laterali della chiesa, tra cui  la cappella di Sant’Anna e quella del SS. Sacramento.
Una nuova e radicale fase di trasformazione risale al 1735, ad opera del vescovo Francesco Franco. Fu demolita l’abside centrale per costruire un vasto presbiterio con un nuovo coro coperto da una grande cupola impostata su quattro arconi. L’interno fu ricoperto di stucchi e vennero realizzate finte volte.
Furono anche abbattute le cappelle del SS. Sacramento, della Mater Gratiae, di S. Caritone, di S. Nicola e due botteghe vicine al cimitero; al loro posto fu costruito il Cappellone del SS. Sacramento, provvisto di un’ampia sacrestia, di un oratorio e di un sotterraneo detto comunemente ‘’Terra Santa’’.
Nel 1743 fu edificato ex novo il Cappellone del Purgatorio, a pianta ellittica e con copertura a cupola. Nel 1760 fu realizzato l’altare maggiore, per volere del vescovo Marculli e consacrato il 14 giugno 1760; successivamente fu riconsacrato dall’arcivescovo di Bari nel 1851.
Nel 1764 fu eretto il campanile, posto ad ovest e addossato a sinistra della facciata principale.
La diocesi di Bitetto restò vacante dal 1798, anno della morte dell’ultimo vescovo Giacinto Maria Barberio, fino al 1818 quando fu inserita nell’Arcidiocesi di Bari.
Gli ultimi restauri, risalenti al 1959, furono condotti dalla Soprintendenza ai Monumenti con l’intento di riportare alla luce la primitiva struttura romanica della cattedrale.

 

L’edificio romanico

La pianta dell’edificio è a tre navate formate da due file di tre archi a tutto sesto, con cornice aggettante, impostati su sei semicolonne addossate a pilastri. Le semicolonne poggiano su un plinto sormontato da un toro, mentre il capitello è stato ricostruito durante il restauro del 1959. Il matroneo, ricostruito, è composto da tre trifore. Ogni trifora è costituita da due colonne sulle quali si impostano tre archetti a tutto sesto con cornice aggettante. Al di sopra del finto matroneo si aprono tre monofore strombate verso l’esterno.

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Il transetto, rialzato rispetto alle navate, non sporge lateralmente ma è allineato con i muri perimetrali. Il presbiterio è stato costruito nel 1744. La parete nord del transetto presenta a sinistra un arco a sesto acuto poggiante su due mensole, tompagnato, su cui si apre la porta che dà accesso alla sacrestia.
Sul lato destro della parete, invece, vi sono le tracce di un arco a tutto sesto, nel quale si apre la Porta di S. Giovanni o del Rovescio, sovrastato da un altro arco a sesto acuto, sulla cui chiave di volta vi è uno stemma. Tra i due finti archi è collocata la lastra tombale attribuita dagli storici a Domenico de Raho. In alto vi sono due bifore con archi a tutto sesto poggianti su colonnine con capitello composito. Al di sopra si apre un piccolo rosone formato da quattro archetti minori.
La parete sud del transetto presenta tracce di un arco a sesto acuto poggiante su due mensole, tompagnato. Successivamente fu aperta la porta di accesso al cortile dell’Episcopio. Sul muro compaiono tracce di affresco, conservate maggiormente sul piedritto interno dell’arco, che riportano l’immagine di un santo vestito di una lunga tunica rossa, cinta in vita e bordata in oro.
Nell’ampio coro è collocato il prezioso altare maggiore in marmi policromi intarsiati realizzato, nel 1760, dal marmista Crescenzo Trinchese di Napoli su committenza del vescovo Angelo Maria Marculli. Al centro dell’altare vi è la grande tela dipinta dal pittore Carlo Rosa e raffigurante la Vergine Assunta e l’Arcangelo Michele.

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La navata centrale è divisa dal transetto da un’iconostasi a tre arcate, ricostruita arbitrariamente durante i restauri fra il 1955 e il 1959. Al di sopra della trabeazione, si eleva l’arco a tutto sesto impostato su due semicolonne addossate ai muri laterali con capitelli lavorati. 

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Le navate laterali sono articolate in tre campate. Nella navata sinistra, in corrispondenza della campata centrale, un arco a tutto sesto consente l’accesso alla cappella del Purgatorio (1743), mentre nella navata destra si apre l’accesso alla cappella del SS. Sacramento (1742). Sulla parete di destra, tracce di archi murati attestano gli accessi a cappelle precedenti abbattute nel 1742.
La copertura della navata centrale è a capanna con capriate in legno, mentre le navate laterali hanno il tetto spiovente.

La facciata

La facciata principale della cattedrale di San Michele Arcangelo è suddivisa secondo lo schema delle tre navate. L’andamento del tetto è sottolineato da archetti rampanti che terminano con una cornice dentellata. La zona centrale, che in planimetria corrisponde alla navata centrale, è scandita verticalmente da due paraste mentre orizzontalmente è bipartita da una cornice marcapiano. Nella parte superiore è inserito il rosone a doppia raggiera, inquadrato da due colonnine poggianti su mensole modanate e coronate da capitelli con motivi vegetali su cui si imposta un arco a tutto sesto decorato. Al di sopra della ghiera campeggia un’aquila ad ali spiegate.
Al di sotto del rosone si aprono tre bifore, una per navata, inquadrate da un arco a tutto sesto. La bifora centrale differisce da quelle laterali solo per le dimensioni più ampie.

L’accesso all’edificio è costituito da tre portali, due laterali minori ed uno centrale riccamente decorato. I portali laterali sono sormontati da una lunetta all’interno della quale sono inserite due figure maschili in pietra rappresentanti probabilmente due Evangelisti. Al di sopra delle arcate vi è un angelo sulla sinistra, ed un’aquila sulla destra.

Monumentale ed importante è il portale principale, in pietra calcarea, uno dei più interessanti esempi di portali figurati dell’arte medievale in Puglia. Si sviluppa su tre piani consecutivi degradanti, riccamente decorati. Il primo piano consta di un arco acuto fortemente aggettante arricchito da motivi di boccioli e foglie d’acanto impostato su colonnine con capitelli traforati. Le colonnine sono sorrette da due leoni stilofori poggianti su alti piedistalli.


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Il secondo piano contiene un arco a sesto acuto decorato con motivo a larghe foglie, impostato su pulvini traforati a giorno con intrecci di uccelli affrontati, foglie e gufi ad ali spiegate. I piedritti sono decorati esternamente in basso con motivi floreali, in alto con formelle ad alto rilievo con episodi del Nuovo Testamento. I soggetti rappresentati a sinistra sono: l’Annunciazione, la Natività, l’Epifania e la Strage degli Innocenti; a destra, partendo dall’alto, la Presentazione di Gesù al tempio, la Fuga in Egitto, la disputa coi Dottori, il Battesimo del Giordano, le Nozze di Cana.

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Il terzo piano si compone di un arco a sesto acuto, decorato a rosette, che incornicia la lunetta: questa, divisa in due registri, presenta in quello superiore la Vergine in trono tra due angeli, in quello inferiore Gesù tra gli Apostoli. Un’iscrizione con l’anno di costruzione ed il nome dell’architetto Lillo da Barletta è leggibile sull’architrave.

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Di particolare interesse sono i due leoni stilofori, quello di sinistra, in lotta con un serpente, simboleggia la lotta del Bene contro il Male, quello di destra in lotta con un altro animale non chiaramente identificabile.

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A sinistra della facciata, si eleva il campanile, ultimato nel 1781 come si evince da un cartiglio posto sulla torre. La struttura ha pianta quadrangolare ed è alta 43 m circa. La torre, che poggia su un alto basamento rivestito da conci di pietra non perfettamente lisciati, è suddivisa in tre ordini da ricche cornici marcapiano fortemente aggettanti. Su ogni piano si aprono semplici monofore a tutto sesto; gli spigoli sono delineati da doppie paraste che terminano con capitelli compositi. In sommità, il tamburo a pianta ottagonale con quattro volute di raccordo, regge la cuspide sulle cui falde si aprono quattro oculi.

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Il Cappellone del Sacro Monte del Purgatorio

Il cappellone del Purgatorio della Cattedrale di San Michele Arcangelo, insieme all’adiacente campanile, con la sua maestosità rappresenta l’immagine-simbolo della cittadina di Bitetto.

La cappella fu eretta nella seconda metà del ‘700 per volere di una delle più importanti confraternite della città, in corrispondenza dello spazio ottenuto dalla demolizione della cappella di S. Anna risalente al 1534.

Il cappellone, esternamente, si presenta come una costruzione in pietra ad andamento circolare addossata sul lato sinistro della cattedrale e che ingloba il basamento del campanile. La copertura è formata da una cupola a base ellissoidale impostata su un alto tamburo finestrato, rivestita da maioliche a squame di colore verde e giallo che disegnano motivi geometrici e cerchi concentrici. La lanterna rosa, che presenta quattro finestre rettangolari strombate, è chiusa da copertura a bulbo che culmina con una croce in ferro.

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All’interno della cattedrale si giunge nel cappellone attraverso un arco a tutto sesto che si apre nella navata sinistra. La sua pianta ovale è caratterizzata da tre nicchioni d’altare sovrastati da profondi arconi voltati a botte, alternati a quattro piccole nicchie sovrastanti altrettante porte di accesso, nelle quali sono poste le statue in cartapesta degli Evangelisti.

L’altare maggiore, in posizione centrale, è dedicato alla Madonna delle Anime del Purgatorio, quello a sinistra dedicato alla  Madonna del Soccorso, con il dipinto della Madonna  tra i Santi Filippo Neri e Francesco di Sales, mentre quello a destra è sormontato dalla statua della Madonna Addolorata.

Le pareti  che  delimitano il vano ovale sono scandite da paraste scanalate sulle quali poggia una trabeazione su cui si imposta il tamburo finestrato, anch’esso decorato da paraste e pannelli rettangolari stuccati. La cupola all’interno è cassettonata e culmina con la lanterna che presenta nell’intradosso una colomba.

Cappellone del SS. Sacramento


A destra della navata centrale è situata la cappella edificata nel 1744 dedicata alla confraternita del SS. Sacramento. La facciata della cappella, a ridosso della facciata principale della cattedrale,  si presenta come un’ampia porzione di muratura in pietra calcarea con un’apertura superiore in stile barocco. In alto, emerge il tamburo della cupola, intervallato da otto finestre strombate ed otto lesene, su cui si imposta la cupola divisa in spicchi da otto costoloni. In sommità, il lanternino con cupolino a cipolla è anch’esso finestrato e decorato da timpani.


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L’interno della cappella ha pianta a croce greca. Il braccio in corrispondenza dell’ingresso è più corto e funge da vestibolo, mentre gli altri tre, coperti da volta a botte lunettata, accolgono gli altari della Madonna delle Grazie, del SS. Sacramento (al centro) e di San Nicola.

Sul vano centrale, a base quadrata, su un cornicione aggettante, si sviluppa il tamburo e la cupola, che presenta un apparato decorativo di stucchi molto raffinato.

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L’altare maggiore, introdotto da una ricca balaustra marmorea, si erge su tre gradini, ha mensa aggettante delimitata da volute a cartoccio disposte a sbieco ed è realizzato con marmi policromi. L’alzata è costituita da gruppi di lesene e volute che si concludono con un timpano curvilineo; al centro è collocato il dipinto raffigurante la Comunione degli Apostoli attribuito a Paolino Curci di Acquaviva

La cappella del SS. Sacramento ha subito alcuni interventi di restauro tra il 1850 e il 1860.

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