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LA CHIESA DI S. MARIA LA VETERANA


Cenni storici

La chiesa dedicata a Santa Maria La Veterana, nota con la denominazione popolare de L’Annunziata, è ubicata nella periferia meridionale di Bitetto, in posizione sopraelevata rispetto al centro urbano.

Chiesa di un antico casale fortificato, Santa Maria La Veterana ricopre un ruolo considerevole nel contesto culturale di Bitetto fra XIII e XV secolo, quando si svolgono le fasi salienti della ricostruzione della fabbrica medievale e della sua decorazione pittorica a fresco che, giuntaci frammentaria, doveva ricoprire interamente le pareti interne (come attestato dai restauri condotti negli anni ’70).

Il documento più antico, attribuito all’autorità arcivescovile di Bari, risale al 959 e attesta l’esistenza di una chiesa con il toponimo Sancta Maria.

Sembra indubbia, inoltre, la sua funzione di santuario mariano, oggetto di particolare devozione per gli abitanti. L’appellativo Veterana si è sovrapposto al significato originario di vetus e vetere, che sottolineava molto probabilmente l’anteriorità dell’edificio rispetto alla cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta dagli Angioini. Secondo un’altra ipotesi, invece, il termine Veterana si riferiva alla presenza di un’antica immagine o icona della diffusissima iconografia della Vergine di Costantinopoli.

Nel XV secolo nel santuario si insediò una comunità francescana. In seguito, dopo alterne vicissitudini, il convento, per mancanza di rendite, fu soppresso da Papa Innocenzo X nel 1652.

Dopo un breve ripristino, avvenuto nella prima metà del ‘700, la chiesa fu nuovamente abbandonata. Agli inizi del XIX secolo, la chiesa con l’attiguo convento e i beni di sua proprietà, furono concessi dal governo napoleonico al Monastero di Donnaregina in Napoli. Nel 1809 il Capitolo di Bitetto si riappropriò della chiesa e dell’edificio conventuale, deliberando di assegnarla alla Confraternita di “Maria SS. Annunziata” che, da allora, ne gestisce l’amministrazione e le sacre funzioni, affiancata dalle consorelle della “Pia Unione S. Antonio”.

Il convento è stato successivamente inglobato da altre costruzioni ottocentesche che hanno alterato la configurazione originaria della facciata.

 

chiesa

Il complesso architettonico

La chiesa di Santa Maria la Veterana ha pianta basilicale a tre navate, con orientamento est-ovest dell’asse principale, divise da robusti pilastri a sezione quadrangolare. L’edificio ha una lunghezza di 22 metri ed una larghezza di 18,40 metri circa. Il transetto, contenuto nel perimetro murario delle navate laterali, presenta ad est il coro settecentesco concluso da una parete piatta, davanti al quale è collocato l’altare maggiore.

altare

La facciata della chiesa è caratterizzata dall’avancorpo della torre campanaria che si addossa alla navata centrale. Nella zona inferiore del campanile, delimitata da una cornice marcapiano lineare, si apre un fornice a sesto acuto, che funge da ingresso alla chiesa, definito da una doppia ghiera lunata. Nella zona superiore, su tutti e quattro i lati del campanile, si aprono coppie di monofore sovrapposte, di dimensioni diverse. Una cupolina a cipolla, d’epoca tardo barocca, conclude la torre in sommità.

La navata destra è occultata esternamente da un edificio ottocentesco che ha incorporato anche la fabbrica del convento attiguo. La facciata della navata sinistra, caratterizzata da filari irregolari di conci in pietra, presenta due aperture: in basso una porta architravata che funge da accesso secondario alla chiesa, in alto una finestra centinata, sormontata dallo stemma in pietra del vescovo Marino Scicutella. Il pavimento della chiesa si trova ad una quota inferiore rispetto a quella del piazzale antistante.

Nell’interno, le tre navate si raccordano con archi a sesto acuto nelle prime due campate e a tutto sesto nella terza, verso il transetto. Le navate laterali sono coperte con volte a botte; la navata centrale, più alta, è caratterizzata da una volta a botte unghiata sulle prime due campate, e da una volta a crociera sull’ultima campata, verso il transetto. Quest’ultima presenta delle costolonature che poggiano su eleganti mensole decorate con motivi fitomorfi. Il transetto, invece, ha copertura in legno a capriate. Lungo le pareti della navata centrale, in alto, sono presenti quattro finestre ovali settecentesche che illuminano l’interno.


volta

Il corpo delle navate non ha un assetto omogeneo ed è, evidentemente, il risultato di ristrutturazioni successive. In alcuni punti sono ben visibili le sporgenze murarie dei pilastri che si addossano a strutture preesistenti e su cui sono ancora presenti tracce degli affreschi originari.

Segni semicircolari sulla pavimentazione del transetto testimoniano la presenza, sotto il piano di calpestio, dei muri perimetrali di tre absidi in corrispondenza delle navate, rinvenuti durante i lavori di restauro del 1972, appartenenti ad una antica chiesa del X secolo circa.

piantina
Planimetria gentilmente fornita dall’ufficio Tecnico del Comune di Bitetto
(Rilievo dell'Ing. L. Bellotta e dell'Arch. A. De Pinto)

Altro elemento rinvenuto durante i lavori, è il capitello a stampella in pregiato marmo bianco-avorio databile tra l’XI e il XII secolo, raffigurante due leoni affrontati che affiancano un bucefalo, esposto su un piedistallo nella navata destra della chiesa.

Originariamente, tutte le pareti della chiesa dovevano essere affrescate. Molti di questi erano coperti da intonaci e scialbi di calce e solo grazie ai restauri condotti nel 1970 possiamo oggi ammirare il ciclo pittorico del transetto, oltre ad alcuni pannelli votivi datati tra la seconda metà del XIII secolo e l’inizio del XVI secolo.

affresco

Addossata al primo pilastro, a sinistra dell’ingresso principale, è collocata un’acquasantiera in pietra, parte dell’arredo medievale della chiesa. Si tratta di un manufatto composito, formato da una vasca circolare in pietra con bordo cordonato e impreziosito da quattro effigi di volti umani. Un elemento decorativo fortemente simbolico è scolpito all’interno della vasca: cinque tartarughe d’acqua, ad altorilievo, che raffigurerebbero l’azione di purificazione e di redenzione del battesimo, individuandone così la funzione originaria quale fonte battesimale.

Sull’ingresso principale sorge la cantoria lignea con la balaustra e la cassa dell’organo decorato da raffinati motivi in oro sul fondo verde-azzurro, risalente al primo ventennio del ‘700.

Al centro della parete del presbiterio è collocata la pala dell’altare maggiore, un’opera lignea del ‘700 intagliata ed indorata su fondo verde-azzurro, con colonne tortili che incorniciano ed inquadrano due tele laterali ed una nicchia centrale che accoglie la statua in pietra dipinta della Vergine col Bambino. Le tele raffigurano San Francesco che riceve le stimmate e San Giuseppe da Copertino, mentre il dipinto posto in sommità rappresenta l’Annunciazione, e sono state realizzate nel 1776 dal pittore G. Musso.

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